Emanuela S.

Ho conosciuto la Don Tonino Bello circa 10 anni fa grazie al Servizio Civile, all’epoca gestiva la mensa dei poveri. A quei tempi ero una bambina spaventata e impacciata che si scontrava con un mondo di cui aveva sentito solo parlare, ma di cui non aveva avuto mai conoscenza diretta. Col tempo, e dopo non poche difficoltà, ho cominciato anche io ad essere disinvolta e spigliata come tutte le persone che orbitavano attorno a quel contesto.
Ho appreso dinamiche nuove, ho relazionato con persone con culture diverse dalla mia e ho acquisito quella sicurezza che ora sento di avere in ogni ambito della vita. Ogni qual volta parlo della Don Tonino Bello e degli operatori che ci lavorano lo faccio sempre con tanta gratitudine e con infinito affetto perché è stata per me una palestra di vita e continua ad essere la mia famiglia dopo 10 anni di esperienze, diverse e variegate, so che dovunque andrò un pezzo del mio cuore sarà sempre legato a questa realtà e alle sue persone che mi hanno sempre lasciato libera di lavorare in autonomia e non mi hanno mai fatto sentire la bimba che tante volte mi sono sentita. Non ho trovato solo persone a cui dover dar conto del mio operato, ma un padre, un confidente e spesso anche una spalla su cui piangere. Ho potuto far uscire SEMPRE il mio lato più debole, e mai nessuno, come spesso accade purtroppo, ha approfittato della mia sensibilità. anzi ne ho potuto fare la mia arma vincente nella vita per questo, dovendo definire la Don Tonino Bello dirò sempre che anche ora che non è più legata al contesto in cui sono cresciuta, è casa e finché potrò porterò avanti i principi etici che mi ha insegnato o fatto semplicemente mettere in pratica.